Un libro aperto

Cinque matrimoni, innumerevoli amicizie, burle, cavalli, amori, film immortali e ossessioni intellettuali: il due volte premio Oscar John Huston racconta la propria vita, e lo fa a modo suo. Sul palcoscenico per la prima volta, all’età di tre anni, vestito con un abito da Zio Sam, poi sul ring a diciotto, boxando per guadagnarsi da vivere. E ancora, Huston che vende il suo primo racconto, poi sempre di corsa su e giù lungo le strade di Londra per recitare al Greenwich Village; fino all’arrivo a Hollywood dove scrive per Jack Warner, e dirige il suo primo film, Il mistero del falco, per poi girarne e viverne altri, ancora e ancora, facendo la storia di quarant’anni di cinema americano, da Il tesoro della Sierra Madre a Il cardinale. Le storie dietro i suoi film, molto spesso, sono emozionanti quanto le vicende che scorrono sullo schermo, con protagonisti stelle straordinarie come Hemingway, Selznick, Sartre, Monroe, Flynn, Welles, Gable, Bogart, Clift, Brando, Audrey e Katharine Hepburn. Un libro aperto è una cavalcata nel cinema, l’autobiografia travolgente e definitiva di un maestro di Hollywood, in grado di farci rivivere tra le pagine tutta la sua audacia, il suo genio, lo stile e i sogni che lo hanno reso immortale.

«La prova che Huston è stato un grande regista è che, anche nei suoi film meno difendibili, spesso c’è un guizzo, un lampo di genio: qualcosa che sfugge alle ragioni dell’economia e alle richieste dei committenti, qualcosa a cui Huston non è obbligato per contratto, ma che lui, irresistibilmente, non può non fare, come per prendersi una rivincita.» – Dalla postfazione di Alberto Pezzotta

John Huston

John Huston è nato a Nevada, Missouri, nel 1903, figlio dell’attore Walter Huston e della giornalista Rhea Gore. Con la sua prima regia, Il mistero del falco (1941), ha lanciato Humphrey Bogart nella parte dell’investigatore privato Sam Spade, definendo il genere noir. Con Il tesoro della Sierra Madre (1948) e Giungla d’asfalto (1950) è acclamato dalla critica europea come cantore dei perdenti. La sua lunga carriera si è svolta fuori e dentro il sistema: ha affrontato progetti impossibili come quelli di portare sullo schermo Moby Dick e la vita di Freud, ha realizzato La Bibbia per conto di Dino De Laurentiis, ha diretto le più grandi star della sua epoca (Marilyn Monroe, Clark Gable, Marlon Brando, Paul Newman), ha subito censure e litigato con gli studios. Tra i film in cui si riconosceva di più: Città amara – Fat City (1972), La saggezza nel sangue (1979) e The Dead – Gente di Dublino, girato nel 1987, poco prima di morire.