La storia di Timo Bortolotti è un viaggio fra le sorprese della vita, le cadute e le ripartenze, ma anche le rivalse e i desideri che si avverano. È la storia di un destino che, per quanto segnato, si può ancora cambiare con il lavorio del cuore e, soprattutto, delle mani. Sì, perché Timo Bortolotti è uno scultore, un homo faber che piega la pietra e il marmo al suo volere per ricreare un mondo – quello degli affetti, degli ideali, della Grande Storia – e riportarlo in vita contro ogni previsione. Spinto da un’irrinunciabile passione per l’arte. Nativo di Darfo, in Valle Camonica, dove cresce in una famiglia di impresari di cave, trae dalle sue radici la forza per intraprendere un’avventura ricca di imprevisti e colpi di scena, che inaspettatamente liberano la sua immaginazione d’artista, rendendolo interprete di un’epoca leggendaria nel mondo dell’arte: quella tra le due guerre mondiali, fra fascismo e avvento della modernità, nostalgie classiciste e avanguardie. E il percorso di Timo Bortolotti, in un secolo fervido di sperimentazioni creative, si compie con grande originalità e intraprendenza. Dalla sua terra, dove esegue le prime opere monumentali alle più grandi città europee – Milano, Parigi, Roma, Londra – il suo «splendido avvenire» finalmente si realizza, inanellando committenze, premi, riconoscimenti.
“Uno splendido avvenire” ripercorre, in forma di romanzo, la vita e la vicenda artistica di Timo Bortolotti, inquadrandolo nelle sue vesti più umane: una storia semplice, limpida, genuina e al tempo stesso epica, nella quale può riconoscersi chiunque opponga tenace resistenza a un destino che non ci appartiene davvero finché non lo abbiamo scelto.