Sono i primi anni settanta, Ale e Dario sono due adolescenti alla scoperta del mondo, con qualche ideale di rivoluzione. E questo ideale ha per loro un solo nome: comunismo. Ci credono con l’entusiasmo di chi ha ancora tutta la vita per vedere realizzati i propri sogni, ci credono senza considerare neppure alla lontana l’eventualità di una delusione o addirittura la stessa fine del PCI. Si rimboccano le maniche, filtrando il quotidiano attraverso memorie e proiezioni, critiche e fantasie, in una città animata da se stessa, dai suoi personaggi e dai suoi fantasmi, come quelli dei Beati Paoli. Un racconto nato dalla volontà di dare finalmente un romanzo a Palermo, la città “Felicissima”.
Dopo la sua prima pubblicazione, nel 1990, torna con una nuova nota dell’autore e una postfazione di Giorgio Vasta, il romanzo di culto che ha rivelato il talento visionario di Fulvio Abbate.